Teramo, il Pd contro il fallimento del centrodestra: “Pronti a tornare alla guida della città”
TERAMO, 5 dicembre – La convergenza tra Pd e “gattiani” è durata giusto il tempo delle dimissioni in massa dal notaio. Quelle stesse dimissioni che per l’ex assessore ed attuale vicepresidente del consiglio regionale Paolo Gatti rischiano adesso di trasformarsi in un boomerang. Perché le dimissioni dei consiglieri di Futuro In, suo gruppo di riferimento, oltre ad aver aperto una spaccatura nel centrodestra e soprattutto dentro Forza Italia, sono suonate a molti osservatori come un vano tentativo di prendere le distanze da Brucchi e ricostruirsi una “verginità” politica in vista delle elezioni.
Ed è proprio su questo aspetto che oggi affonda il coltello il Pd, che dopo la caduta anticipata dell’amministrazione Brucchi inizia a pensare al futuro. Un futuro che questa mattina ha visto il segretario provinciale del partito Gabriele Minosse lanciare un invito a tutte le forze di centro e centrosinistra e alle liste civiche per l’individuazione di un programma condiviso e di un candidato sindaco credibile, rilanciando anche le primarie di coalizione.
L’avvio del percorso volto a “riprendere la guida della città” è arrivato nel corso di una conferenza stampa alla presenza del segretario regionale del partito Marco Rapino, del commissario dell’unione comunale Sandro Mariani, del segretario provinciale Gabriele Minosse e del presidente della Provincia Renzo Di Sabatino, oltre che degli ormai ex consiglieri comunali del partito a Teramo.
Conferenza nel corso della quale il Pd ha ribadito come la caduta di Brucchi sancisca la fine di quel Modello Teramo che avrebbe portato all’impasse politico-amministrativa e nel corso della quale, pur senza farne mai il nome, gli esponenti del Pd hanno lanciato numerose stoccate a Paolo Gatti e al suo gruppo.
“Non possiamo non evidenziare che quella odierna non è solo la sconfitta di un sindaco, come si continua a far sembrare fa parte di alcuni esponenti del centrodestra – ha detto Mariani – e di tanti attori che hanno crocifisso Brucchi ma che hanno responsabilità condivise e che oggi cercano di ritagliarsi un volto nuovo o di prendere le distanze. Noi, come Pd guardiamo all’immediato futuro e lo facciamo da mesi. Sei mesi fa dicevamo che bisognava porre fine a questa esperienza amministrativa e qualcuno ci diceva che sarebbe stato irresponsabile far arrivare il commissario. Oggi quel qualcuno ha cambiato idea, con l’arrivo del commissario che non sembra più il male assoluto. Noi vogliamo ridare a questa città la dignità che merita e adesso cominceremo a lavorare per individuare un candidato sindaco che sappia amministrare, sappi avere coraggio e che si assuma le sue responsabilità”.
Un concetto ribadito da Rapino:
“Oggi certifichiamo la fine del modello Teramo e l’incoerenza di un centrodestra dove un pezzo di Forza Italia fa cadere il sindaco di Forza Italia. Oggi il Pd ha l’ambizione di tornare alla guida della città. Teramo in questi mesi è stata abbandonata dalla propria classe dirigente, noi siamo l’opposto. Ricominceremo dai cittadini, portando Teramo nel dibattito regionale”.
Tra gli interventi anche quelli degli ormai ex consiglieri comunali e del presidente della Provincia di Teramo Rendo Di Sabatino:
“Non mi esprimo sulla vicenda per il mio ruolo istituzionale – ha detto Di Sabatino – Per il resto su questa città. mei prossimi mesi si abbatterà una pioggia di decine e decine di milioni di euro: da quelli per l’ex manicomio a quelli per lo Zooprofilattico, passando per il IV lotto della Teramo-mare a quelli per la casa dello studente. E’ dunque necessaria una proposta concreta, compatta, in grado di portare avanti questi progetti. Dopo 14 anni di centrodestra penso si possa tranquillamente cambiare”.