Teramo, il Pd fa un passo di lato: “Pronti a trovare una sintesi tra D’Alberto e Cavallari”
TERAMO, 22 marzo – Dopo la débâcle del 4 marzo il Pd, almeno quello teramano, sembra aver perso la convinzione dell’autosufficienza. Un nuovo corso, più conciliante, più dialogante, affidato in questo momento nelle mani del presidente della Provincia Renzo Di Sabatino che dopo essersi trovato di fronte ad un muro rispetto alla proposta di una sintesi su tre candidature, lanciata in questi giorni alle diverse anime del centrosinistra, e consapevole che il suo nome rischia di creare ulteriore divisioni più che unità, mette sul piatto un’altra proposta: quella di archiviare la sua candidatura e trovare una sintesi tra Gianguido D’Alberto e Giovanni Cavallari.
Una sintesi di nome e programma, che vedrebbe il Pd appoggiare senza se e senza ma il progetto. Perché, sottolinea Di Sabatino, l’obiettivo deve essere quello di poter offrire un futuro migliore alla città, riportando la discussione sui temi concreti che incidono sulla vita dei cittadini: ricostruzione, case popolari, nuovo ospedale.
“Ho portato avanti il mandato conferitomi dal Pd, che mi aveva chiesto la candidatura, e ho rilevato che al momento non esistono le condizioni per una candidatura unitaria rispetto alle tre messe sul tavolo – ha detto Di Sabatino – Così ho rimesso il mandato al partito e ho declinato la proposta di correre come candidato sindaco del Pd. Mi hanno chiesto di continuare e ho accettato nella convinzione che il Pd non ritiene di dover imporre nulla. Quindi la proposta è questa: sgombriamo il campo dalla mia candidatura, a condizione che tra la proposta e il progetto di Gianguido e Giovanni si trovi una sintesi”.
L’invito, dunque, è quello di sedersi attorno ad un tavolo, lavorare ad un programma condiviso e scegliere insieme un nome tra D’Alberto e Cavallari. In caso contrario il Pd correrà da solo, dando spazio ai giovani.
“Se facciamo questa scelta è perché abbiamo profonda stima di entrambe le persone – ha concluso – che fino a poco tempo fa avevano la tessera del Pd e sono stati capogruppo del partito in consiglio comunale. Ma se questo non sarà possibile nessuno ci venga a dire che non abbiamo fatto la nostra parte”.
Di Sabatino avverte anche chi, dentro al Pd, in questi giorni sembra particolarmente attivo tra le fila dei movimenti civici, pronto evidentemente a saltare sul carro:
“Noto che anche nei movimenti civici navigano persone con la tessera del Pd – incalza Di Sabatino – se qualcuno pensa di spostarsi qui o lì va bene, ma vuol dire che staranno fuori dal Pd”.