Teramo, mamma a processo per abuso di mezzi di correzione: in aula psicologa e assistente sociale
TERAMO, 17 aprile – A scagionarla dalle accuse, in aula, era stata la stessa figlia, che ad appena 11 anni ascoltata in udienza dal giudice Belinda Pignotti aveva raccontato di come la donna non l’avesse mai picchiata e di come, al contrario, fosse sempre stata una brava mamma. E questa mattina, a confermare la genuinità delle parole della ragazzina, sono state anche l’assistente sociale e la psicologa che, ascoltate nell’ambito del processo che vede una donna teramana accusata di abuso di mezzi di correzione, hanno confermato di come ascoltando la bimba sarebbe emerso che le accuse nei confronti della madre erano infondate.
Testimonianze in seguito alle quale il processo è stato successivamente aggiornato al 4 luglio.
I fatti contestati alla donna risalgono ad alcuni anni fa e si instaurano all’interno di una separazione difficile. A far finire la donna a processo la denuncia dell’ex marito, che l’aveva accusata di picchiare la figlia. Denuncia in seguito alla quale la bimba, che all’epoca aveva 9 anni, per alcuni mesi era stata tolta alla madre ed affidata al padre.
Ma successivamente, dagli approfondimenti svolti anche con l’ausilio dei servizi sociali e dai colloqui della piccola con gli psicologi, sarebbe emersa un’altra verità. E cioè che quei lividi la piccola se li era fatti giocando e che sarebbe stato il padre a spingerla a raccontare altro. Tanto che lo stesso Tribunale dei minori, lo scorso anno, aveva restituito la bimba alla madre sospendendo, contestualmente, la potestà genitoriale al padre.
Per la mamma, però, il procedimento penale aperto a Teramo nel frattempo è andato avanti, con la donna che adesso deve difendersi davanti al giudice dell’accusa di abuso di mezzi di correzione. Nella scorsa udienza era stata ascoltata la figlia della donna, che aveva raccontato di come la mamma non avesse mai alzato le mani.