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Teramo, morì carbonizzato sulla A/24: tutti assolti

Teramo, morì carbonizzato sulla A/24: tutti assolti

TERAMO, 13 dicembre – A cinque anni e mezzo dalla morte di Giovanni Di Natale, il camionista di  45 anni di Napoli che perse la vita a maggio 2012 in un incidente lungo la A/24, all’ingresso della galleria di Colledara, arriva l’assoluzione per tutti gli imputati.

Il giudice Franco Tetto, questo pomeriggio, al termine del processo di primo grado, ha infatti assolto dall’accusa di omicidio colposo, con la formula “perché il fatto non sussiste” Alessandro Di Matteo, legale rappresentante della ditta per cui lavorava l’uomo e Giovanni Senatore, responsabile della Motorizzazione civile di Napoli che il 12 maggio, pochi giorni prima dell’incidente, aveva effettuato la revisione dell’autocisterna, e con la formula “perché il fatto non costituisce reato”  Igino Lai, funzionario responsabile per Strada dei Parchi della manutenzione e della predisposizione degli interventi di messa in sicurezza sul tratto autostradale .

Nella precedente udienza il pm Enrica Medori, titolare del fascicolo, aveva chiesto per tutti gli imputati la condanna a due anni e sei mesi.

L’incidente in cui perse la vita Di Natale si consumò in pochi istanti all’ingresso della galleria di Colledara, con il tir che si ribaltò prendendo fuoco. Per l’uomo, che morì carbonizzato, non ci fu scampo.

Una morte per la quale la Procura, al termine delle indagini, aveva individuato delle responsabilità a carico dei tre imputati anche sulla scorta della perizia affidata ad un proprio consulente.
Consulente che aveva rilevato come  i freni del tir non funzionassero correttamente, nonostante avesse fatto e superato di recente la revisione. Da qui la contestazione a carico del responsabile della motorizzazione e del titolare della ditta per cui l’uomo lavorava.

Discorso a parte per Lai, al quale l’accusa contestava di aver omesso di far predisporre “rampe di arresto idonee a creare via di fuga o di emergenza per i veicoli in difficoltà; rampe che avrebbero consentito al Di Natale di trovare riparo in esse così da evitare che il complesso veicolare da lui condotto una volta fuori controllo costituisse pericolo per la sua e l’altrui incolumità”.

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