Teramo, nessun problema di staticità sui ponti. Ma servono risorse per la manutenzione
TERAMO, 30 agosto – I principali ponti teramani, ad oggi, non presentano problemi di staticità. Ma il loro stato di salute, in termini di manutenzione e di rispetto delle normative antisismiche non è certo dei migliori. E’ quanto emerge dal monitoraggio condotto dal Comune di Teramo su dieci infrastrutture considerate sensibili e inviato al Ministero competente che, sulla scia della tragedia di Genova, ha chiesto agli enti locali una relazione sullo stato delle opere pubbliche.
“Abbiamo avuto la necessità, visto che i ponti che si trovano sul territorio comunale sono più di 100, di individuare dieci infrastrutture particolarmente importanti sia per la viabilità cittadina che per l’utilizzo da parte dei cittadini sia perché meritavano una certa attenzione – ha sottolineato l’assessore ai lavori pubblici Stefania Di Padova – Si è trattato di un lavoro certosino ed importante, dal quale partire per un censimento di tutte le infrastrutture presenti sul territorio, così da avere dati sempre aggiornati”.
I ponti e le infrastrutture sui quali si è concentrata l’attenzione del Comune sono sia quelli più “vecchi”, costruiti in un’epoca che va dal 1870 al 1980, sia quelli più recenti, realizzati dopo il 2000: Ponte San Francesco, Ponte San Ferdinando, Ponte sul torrente Messato, viadotto di Cartecchio, Ponte sul fosso Cona, Ponte a Porto, Ponte a catena, Viadotto di Via De Gasperi, Ponte sul Fosso Ceppato, Muro di Via De Gasperi. Opere caratterizzate tutte da un elemento in comune: la normativa antisismica, che risulta sempre inadeguata o carente quando non addirittura assente vista l’epoca in cui sono stati costruiti.
“Abbiamo scelto 3 ponti in muratura, ponti in cemento armato costruiti a partire dal 1850, quando ancora non esistevano le norme antisismiche, e ponti costruiti in epoca più recente e che per la loro struttura si avvicinano di più alla normativa attuale – ha continuato l’assessore – Sui quali sono stati individuati interventi da realizzare a breve, medio e lungo termine. Molti interventi rientrano oggi nella straordinaria manutenzione, ma dovevano essere oggetto di ordinaria manutenzione negli anni passati”
Un discorso a parte, poi andrebbe fatto per Ponte San Gabriele, che per il Comune allo stato resta di proprietà dell’Anas.
“Se è vero che c’è un verbale di consegna al Comune – ha spiegato Di Padova – il relativo iter non è mai stato completato. In ogni caso abbiamo provveduto ad inviare al Ministero le due relazioni che ci sono pervenute dall’Anas”.
Anas che per quel ponte ha stanziato 9 milioni di euro per la manutenzione ordinaria e straordinaria, che però non prenderanno il via subito in quanto non viene considerato, alla luce del suo stato di salute, una priorità. Tanto da essere stato inserito, secondo quanto sottolineato questa mattina in conferenza stampa, nella quinta tranche del piano di interventi messo in campo dall’azienda. In ogni caso il Comune, al di là delle competenze, farà la sua parte con lavori che mirano a riqualificare e rendere più sicuro il passaggio pedonale.
Per quanto riguarda le dieci infrastrutture individuate dal Comune, in ogni caso, il costo degli interventi da effettuare è particolarmente elevato: milioni e milioni di euro che il Comune non possiede. Senza contare le risorse necessarie per la progettazione di interventi più importanti e relativi all’adeguamento sismico. Ed è per questo che adesso, dopo il monitoraggio chiesto dal Ministero, gli amministratori sperano che i relativi fondi arrivino dagli enti sovraordinati.
“La tragedia di Genova ha accelerato una serie di verifiche rispetto alla situazione delle infrastrutture – ha sottolineato il sindaco Gianguido D’Alberto – ed in particolare su ponti e viadotti. Dobbiamo recuperare un grande ritardo che ha interessato in questi anni tutti gli enti locali, in quanto è mancata totalmente la conoscenza dello stato delle opere pubbliche. Conoscenza che è propedeutica ad ogni tipo di riflessione ed intervento”.
Il Comune, a breve, partirà con gli interventi a breve termine, a partire dall’eliminazione della vegetazione che ha ricoperto parte delle infrastrutture.
“Su alcune infrastrutture, quali il ponte a catena, va fatta una riflessione a parte – ha concluso il primo cittadino – In questo caso il discorso si collega anche alla realizzazione di un ponte in sostituzione del guado, anche perché quel ponte non è più in grado di sopportare l’attuale traffico veicolare. A breve avremo un tavolo con tutti gli enti competenti per cercare di risolvere la situazione”.