Teramo, ospedale unico: Sinistra Italiana contro il Pd
TERAMO, 3 gennaio – “L’ospedale unico col project financing rappresenterebbe la pietra tombale sulla sanità pubblica in provincia di Teramo”. A sostenerlo, in risposta alle dichiarazioni dei tre consiglieri comunali uscenti del Pd, che ieri mattina aveva ribadito di ritenere una priorità la realizzazione del nuovo ospedale, rivendicandone la localizzazione nel capoluogo di provincia, è Sinistra Italiana che per bocca del segretario provinciale Stefano Ciccantelli contesta duramente questa eventualità.
“La conferenza stampa di ieri convocata dai consiglieri comunali uscenti del Partito democratico di Teramo città ha riacceso il dibattito sull’ospedale unico o ‘nuovo ospedale’, pensato come strumento utile ed efficace per riorganizzare il tessuto sanitario provinciale – scrive Ciccantelli – I tre consiglieri comunali hanno rimarcato con forza la necessità di ubicare la futura struttura a Teramo città omettendo completamente le gravissime conseguenze sul piano economico e sociale che comporterebbe la scelta di realizzare l’opera con lo strumento del ‘project financing’ , una vera e propria pietra tombale sulla sanità pubblica nel nostro territorio provinciale (l’unico su cui non insistono importanti strutture private)”.
Ciccantelli cita come esempi negativi le esperienze di Veneto e Toscana, dove sarebbe emerso “in maniera palese che un vincolo contrattuale così forte porta nel lungo periodo ad un guadagno profumatissimo da parte del privato a scapito dell’interesse del pubblico”.
“Basti pensare al fatto che la Adl dovrà di fatto pagare l’utilizzo delle strutture per i primi 20-25 anni e il privato avrà l’appalto esclusivo e totale di tutti i servizi ospedalieri, sanitari ed extra-sanitari . conclude Ciccantelli – La nostra opposizione all’ospedale unico e al project financing non equivale alla difesa dello status quo, conosciamo benissimo la situazione attuale dovuta agli anni del commissariamento e ai pesanti tagli imposti dal livello nazionale, le lunghissime liste di attesa e le difficoltà strutturali ma la soluzione non è certo quella di svendere ai privati e agli speculatori il diritto alla salute, bensì nell’investire le risorse pubbliche a disposizione per potenziare e rafforzare l’esistente”.