Teramo, presunta truffa con le azioni Tercas: tutti assolti
TERAMO, 18 giugno – Nella vendita di azioni Tercas promossa nel 2011 non ci fu alcuna truffa. A stabilirlo la sentenza con la quale questo pomeriggio il giudice Flavio Conciatori ha assolto con la formula “perché il fatto non sussiste” tutti i 28 imputati finiti a processo con l’accusa di truffa in concorso, tra cui l’ex dg Antonio Di Matteo, per il quale il pm Enrica Medori aveva chiesto la condanna a sei anni.
Insieme a Di Matteo sono stati assolti l’ex responsabile pro-tempore dell’area finanza della Tercas Lucio Pensilli, l’allora responsabile pro-tempore dell’area commerciale Alessio Trivelli, ed altre 25 persone tra responsabili dei vari servizi, direttori di filiale, vicedirettori di filiale, addetti alla riprofilatura dei clienti e semplici dipendenti: Piero Lattanzi, Franco Maiorani, Fabrizio Di Bonaventura, Franca Marozzi, Mariagabriella Calista, Pietro Sciarretta, Nicola Celli, Rosanna Arcieri, Valentina Angelozzi, Enrico Robbuffo, Luisa Ferri, Silvana De Sanctis, Marco Nardinocchi, Maria Lucia De Laurentiis, Monica Di Luciano, Luca Ettorre, Christian Torreggianti, Elena Malatesta, Carlo Pavone, Giancarlo Stacchiotti, Mazzocchitti Lidia, Rastelli Rosanna, Valentini Maria Carmela, Danilo Ranalli e Marinella Petrini.
Per due capi di imputazione, che interessavano le figure apicali e tre dipendenti, l’assoluzione è arrivata con la formula “perché il fatto non costituisce reato”.
Sul tavolo la vendita nel 2011, di azioni proprie della Tercas che per la Procura sarebbero state fatte passare per cosiddetti ‘pronti contro termine’, investimenti ad un anno con un rendimento garantito. Un’accusa che non ha retto in aula, con il giudice Flavio Conciatori che ha assolto tutti gli imputati, riservandosi 60 giorni per il deposito delle motivazioni. Nella precedente udienza il pm Enrica Medori aveva chiesto condanne per complessivi 16 ani di carcere, con le pene più pesanti chieste proprio per i vertici: 6 anni per Di Matteo e Pensilli e 4 per Trivelli.
“La sentenza assolutoria è l’epilogo del mirabile operato del Tribunale – ha commentato l’avvocato Gianni Falconi, legale di Di Matteo insieme alla collega Claudia Di Matteo – la magistratura ha restituito onorabilità e prestigio al dottor Di Matteo. L’accertata insussistenza dei fatti dimostra che la Tercas, nel periodo in cui è stata diretta da Di Matteo, non ha mai negato agli investitori il riacquisto delle proprie quote né più né meno di quanto è accaduto nell’operazione del 2010, perché la Banca le collocava nella certezza che avrebbe potuto riacquistarle in quanto aveva la necessaria solidità finanziaria e perché ha sempre anteposto gli interessi dei suoi clienti ai propri”