Teramo, Teatro romano: per il comitato il Comune deve aprirsi alla “democrazia partecipativa”
TERAMO, 13 maggio – Un appello alle forze politiche “perché, a partire dall’insediamento del nuovo consiglio, aprano il Comune alla democrazia partecipativa”. A rivolgerlo ai candidati sindaci il comitato promotore del referendum sul Teatro romano, che ieri pomeriggio, nel corso dell’assemblea pubblica “Progettiamo insieme il futuro del Teatro romano”, che si è svolta nella sala convegni dell’Hotel Abruzzi, hanno illustrato le motivazioni del referendum e le forme e modalità del Forum con esso richiesto.
All’iniziativa erano presenti Carlo Di Marco e Giuliano Lucenti, rispettivamente presidente del comitato per il referendum e del coordinamento dei comitati di 1uartiere, la professoressa Fiammetta Ricci, il professor Sandro Melarangelo, Claudio Della Figliola in veste di moderatore, Daniele Liberato, Franco De Angelis.
Nel corso dell’incontro il comitato ha incassato numerose dichiarazioni di condivisione dell’iniziativa referendaria e della necessità della democrazia partecipativa, della valorizzazione degli organismi spontanei di base dei cittadini, della modifica dello Statuto comunale e dei regolamenti attuativi.
Attualmente, infatti, per il comitato “ve ne è uno solo, quello sul referendum scritto male e in maniera strumentale”. Intanto l’iniziativa referendaria va avanti, con il comitato impegnato a proseguire la raccolta delle firme. Ad oggi ne sono state raccolte circa 1.200.
Ad intervenire sulla vicenda del Teatro Romano, questa mattina, con una nota, il candidato sindaco Gianguido D’Alberto, che ieri ha partecipato insieme ai suoi competitors all’assemblea indetta dal comitato promotore per il referendum. Nella nota D’Alberto sottolinea la necessità di condividere con la città il progetto di recupero del monumento “nell’ottica di una partecipazione dei cittadini a quelle scelte che incidono in maniera determinante sulla rinascita sociale, culturale ed economica del territorio“,
“La vicenda del Teatro Romano evidenzia, simbolicamente e concretamente, il fallimento della passata amministrazione nella politica culturale e nella valorizzazione dei relativi punti – sottolinea D’Alberto – con contorni grotteschi e quasi offensivi nei confronti dei cittadini che da decenni ormai attendono e combattono per il buon esito dell’opera. A fronte dei numerosi annunci registrati in questi anni, infatti, sul recupero del monumento si è registrata una sostanziale inerzia”.
Il candidato alla carica di primo cittadino sottolinea in particolare come ad oggi non esista ancora nessun progetto definitivo esecutivo, con la totale incertezza su tempi e modalità per la realizzazione dell’intervento e con il rischio di perdere i relativi finanziamenti.
“Tra le nostre priorità, nell’ambito di una vera politica culturale che sia anche volano di sviluppo turistico ed economico per la città – continua D’Alberto – ci sarà quella di recuperare i ritardi lasciati in eredità dalla passata amministrazione. Per questo dopo la convocazione del Forum, con il quale vogliamo condividere le scelte strategiche sul recupero del monumento, entro i primi 100 giorni intendiamo ripartire dal progetto votato in Consiglio Comunale nel dicembre 2010, con il quale fu deliberato all’unanimità che il recupero dovesse avvenire esclusivamente attraverso l’abbattimento di Palazzo Salvoni e Palazzo Adamoli. Palazzi le cui procedure di esproprio, ancora oggi, sono ferme al palo”.