Teramo, Zooprofilattico: tutti assolti per le sterilizzazioni di cani e gatti
TERAMO, 4 ottobre – E’ con l’assoluzione di tutti e tre gli imputati “perché il fatto non sussiste” che si è concluso, questa mattina, il processo per peculato che vedeva imputati davanti ai giudici (presidente Flavio Conciatori, a latere Lorenzo Prudenzano ed Enrico Pompei), due dirigenti dell’Istituto Zooprofilattico e il presidente della sezione teramana della Lega del cane, finiti davanti ai giudici nell’ambito di un’inchiesta sulle sterilizzazioni, da parte dell’istituto, di cani e gatti ospitati nella struttura rifugio di Gattia. A chiedere l’assoluzione, al termine del dibattimento, era stato lo stesso pm.
Davanti ai giudici erano finiti Paolo Dalla Villa, nella sua veste di allora dirigente veterinario responsabile della struttura relazione uomo animale, Nicola Ferri, in qualità di allora dirigente veterinario responsabile del laboratorio Libita e Catia Durante, in qualità di presidente locale della Lega nazionale della difesa del cane, che questa mattina sono stati assolti da tutte le accuse.
Secondo il capo di imputazione i tre “al fine di appropriarsi delle risorse economiche dell’Istituto Zooprofilattico di Teramo determinavano fraudolentemente ed in assenza di qualsivoglia disposizione normativa, in capo a quest’ultimo i costi derivanti sia dalla sterilizzazione di cani e gatti di proprietà della Lega o ad essa facenti capo, sia dallo smaltimento di rifiuti e liquami”.
Costi quantificati dall’accusa in circa 37mila euro in otto anni per quel che concerne le sterilizzazioni, per le quali sempre secondo il capo di imputazione “organizzavano il completo asservimento – per due giorni a settimana – del laboratorio chirurgico dell’istituto e del personale veterinario in servizio presso lo stesso alle esigenze del canile della Lega, celandone i relativi costi nell’ordinaria gestione del laboratorio”, e in circa 26mila euro per quel che concerne lo smaltimento dei rifiuti.
I fatti contestati ai tre risalivano ad un periodo compreso tra il 2006 e il 2013, con Ferri, difeso dall’avvocato Cataldo Mariano, che in relazione a questa vicenda era stato interessato sia da un procedimento della Corte dei Conti che da un procedimento amministrativo da parte dell’istituto, che si erano risolti entrambi a suo favore stabilendo che non avesse commesso alcun tipo di reato.
Nel corso del procedimento è infatti emerso come la struttura di Gattia ospitasse animali randagi, la cui proprietà per legge è in capo ai Comuni, e come ogni attività, comprese le sterilizzazioni, venisse effettuata nel pieno rispetto di leggi e convenzioni.