Terremoto, a Teramo oltre tremila sfollati dalle scosse del 24 agosto
TERAMO, 25 febbraio – A cinque giorni dalla manifestazione del 2 marzo, che porterà amministratori, commercianti, sindacati e cittadini teramani a protestare a Roma, insieme a rappresentanze anche delle altre realtà abruzzesi, contro l’ultimo decreto terremoto, il Comune di Teramo traccia un bilancio dei danni del terremoto a sei mesi dalle prime scosse del 24 agosto. Un bilancio drammatico per il territorio comunale, e che parla di ben 795 ordinanze di sgombero emanate, con 1032 nuclei familiari sfollati per un totale di 3096 persone costrette ad abbandonare le proprie abitazioni. Numeri che fanno il paio con quella che è la stima dei danni: circa 9 milioni di euro per il patrimonio pubblico, circa 30 milioni per quello privato, 18 milioni circa solo per le scuole.
Il report, ufficializzato questa mattina, è impietoso: 668 le famiglie assistite attraverso il contributo di autonoma sistemazione, 120 quelle ospitate negli alberghi. Danni quelli agli edifici privati che si sommano a quelli, ingenti, registrati dalle attività econ0mico- produttive: circa 40 le attività commerciali, artigianali e produttive sgomberate, 25 gli studi professionali.
C’è poi tutto il discorso degli edifici religiosi, con 36 chiese dichiarate parzialmente o totalmente inagibili, così come quello relativo ai cimiteri, che hanno riportato tutti danni più o meno gravi.
Oltre cinquemila, in questi sei mesi, sono poi state le richieste di sopralluogo, di cui 1000 arrivate dopo le scosse del 18 gennaio e con tantissimi sopralluoghi ancora da effettuare.
Drammatici anche i numeri relativi al patrimonio Ater danneggiato, e quindi all’edilizia residenziale pubblica: 30 le palazzine lesionate, pari a 157 appartamenti su 175, con 9 inserite in categoria E e 21 in categoria B.
Stesso discorso per gli uffici pubblici, con numerose strutture danneggiate in maniera più o meno grave: di va dalla sede del Comune all’istituto musicale Braga, dal Museo archeologico al Castello della Monica, passando per gli uffici Arta, i locali del giudice di pace nell’ex caserma Rossi, la Prefettura, la Camera di Commercio, alcuni uffici della Asdl, il Provveditorato.
Capitolo a parte, infine, quello delle scuole, con tre plessi dichiarati inagibili in categoria E e altri tre parzialmente inagibili in categoria C. Edifici che ospitavano oltre 1200 studenti su una popolazione studentesca di 11mila alunni.