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Tortoreto, morte di Giulia Di Sabatino: il gip rigetta l’archiviazione e dispone nuove indagini

Tortoreto, morte di Giulia Di Sabatino: il gip rigetta l’archiviazione e dispone nuove indagini

TERAMO, 11 settembre – Nessuna archiviazione, almeno per il momento, per la morte di Giulia Di Sabatino, la ragazza di 19 anni di Tortoreto i cui resti furono rinvenuti nei pressi di un cavalcavia lungo la A/14. Il gip Domenico Canosa, accogliendo la richiesta della famiglia della ragazza, ha infatti rigettato la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura e disposto nuove indagini a partire da ulteriori prove testimoniali.

Tra le integrazioni chieste dal gip  anche l’acquisizione delle immagini riprese da un tutor installato nelle vicinanze del punto in cui la giovane precipitò nel vuoto e  ulteriori approfondimenti sui cellulari della vittima e degli indagati per verificare eventuali contatti con altre persone.

“Siamo soddisfatti dell’ordinanza del giudice, che va ad approfondire quella mole di elementi emersa proprio durante le indagini e che noi avevamo chiesto di valutare in maniera più approfondita – ha commentato l’avvocato Antonio Di Gaspare – Speriamo che con questo supplemento di indagini si arrivi ad accertare le responsabilità per la morte di Giulia”.

Il cadavere di Giulia, straziato dalle auto, fu rinvenuto il 1 settembre del 2015 sotto un cavalcavia lungo la A/14. Cavalcavia dal quale la ragazza si sarebbe buttata alle prime luci dell’alba, nello stesso giorno in cui avrebbe compiuto 19 anni. La Procura, subito dopo il rinvenimento dei resti della giovane, aprì un fascicolo per istigazione al suicidio con l’iscrizione, nel registro degli indagati, sia di un 41enne che quella notte diede a Giulia un passaggio con lo scooter, sia di un 25enne che, alla guida di una Panda Rossa, la accompagnò sul cavalcavia dopo aver avuto con lei un rapporto sessuale con lei. Venticinquenne che ha sempre sostenuto di aver conosciuto la ragazza proprio quella sera.

Due nomi ai quali successivamente gli inquirenti avevano aggiunto quello di una terza persona: lo stesso uomo già indagato per pedopornografia dalla procura distrettuale dell’Aquila, dopo che gli accertamenti condotti sul telefono di Giulia nell’ambito delle indagini della Procura di Teramo avevano accertato la presenza sul cellulare della ragazza di foto osè. Foto che secondo gli accertamenti erano partite proprio dal telefono dell’uomo.

Ma successivamente, a distanza di un anno e mezzo dalla morte della ragazza, i pm Davide Rosati ed Enrica Medori, co-titolari del fascicolo, avevano chiesto l’archiviazione per tutti e tre gli indagati ritenendo che non  fosse emerso nulla nè a carico dei tre indagati nè a carico di altre persone.

Per la Procura, dunque, Giulia si sarebbe suicidata. Un’ipotesi a cui la famiglia della ragazza non ha mai creduto  continuando a lanciare appelli su giornali e tv e chiedendo a chiunque fosse entrato in contatto con la ragazza di farsi vivo, e presentando successivamente l’opposizione alla richiesta di archiviazione.

Oggi il deposito dell’ordinanza da parte del gio Canosa, che ha disposto ulteriori indagini.

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