Traffico di droga tra Abruzzo e Marche, sette arresti della Guardia di Finanza /VIDEO
PESCARA, 3 novembre – Un’organizzazione capillare per lo spaccio di eroina e cocaina da Pescara fino a San Benedetto del Tronto. La Guardia di Finanza del Comando provinciale di Pescara ha stroncato una vasta rete di traffico di sostanze stupefacenti. Sette le le ordinanze di custodia cautelare.
I due rom, arrestati a Pescara, sono Sante Morelli, detto ‘Paccotto’, 57 anni, e Rosa Bevilacqua, 54, marito e moglie. Gli albanesi, invece, sono Vilson Pepa, 32 anni, Ermal Beqiraj (32) e suo fratello Erjon (28); sono stati presi nel Teramano e nella zona di San Benedetto del Tronto. Altri due albanesi sono al momento ricercati a livello internazionale. Le misure restrittive eseguite oggi nell’ambito dell’operazione, denominata proprio ‘Paccotto’, si aggiungono ad altri sette arresti in flagranza già eseguiti nel corso delle indagini, che hanno portato complessivamente a 36 denunce.
Il giro d’affari mensile del gruppo criminale raggiungeva i 100mila euro: ogni mese venivano smerciati 2-3 chilogrammi di droghe pesanti e oltre 5 kg di marijuana. La banda si riforniva di droga proveniente da Albania, Germania e Olanda. Sequestrati complessivamente circa cinque chili di stupefacenti e 40mila euro in contanti.
Il comandante provinciale della Guardia di Finanza, colonnello Francesco Mora, e quello della Compagnia di Pescara, capitano Sara Venturoni, nell’illustrare i dettagli dell’operazione, hanno parlato di “una sorta di patto criminale tra i rom e gli albanesi”: i primi gestivano la rete dello spaccio e i secondi si occupavano del rifornimento di droga, con approvvigionamenti all’estero. “Significativo il ruolo delle donne”, è stato sottolineato: Bevilacqua, quando il marito era in carcere, ha continuato a gestire la rete dello spaccio.
Le indagini della Guardia di Finanza di Pescara hanno preso il via da un sequestro di droga avvenuto a Pescara a settembre 2014. Le attività sono andate avanti anche attraverso le intercettazioni telefoniche (150 utenze monitorate in un anno e 10mila ore di conversazioni ascoltate) e le localizzazioni satellitari di 20 veicoli a disposizione del gruppo. La droga, arrivata dall’estero attraverso corrieri stranieri, in attesa di essere ‘piazzata’ veniva spesso nascosta sotto terra nelle campagne pescaresi e teramane. I soldi frutto dello spaccio venivano inviati in Albania, nascosti all’interno dei bagagli (in alcuni casi nella pasta o tra gli indumenti), a bordo delle autolinee che effettuano collegamenti con l’Italia, probabilmente con la connivenza di qualche autista.
L’organizzazione – rileva la Finanza – era talmente spregiudicata ed aggressiva che a quasi tutti gli affiliati è stata contestata la ‘recidiva specifica e reiterata’. L’operazione è stata condotta con il coordinamento della Direzione centrale servizi antidroga.
Alle attività odierne hanno partecipato anche agenti della Finanza di Teramo e Ascoli Piceno. Nell’operazione di questa mattina sono state impegnate più di cinquanta persone e sei unità cinofile. I provvedimenti sono stati emessi dal gip di Pescara Nicola Colantonio, su richiesta del pm Gennaro Varone.