Tre mesi fa la tragedia di Rigopiano, a Pescara flash mob per ricordare le 29 vittime /VIDEO-FOTO
PESCARA, 18 aprile – Un grande cerchio umano, tutti con al braccio un fiocco bianco, come la neve, e 29 colombe bianche liberate in cielo. A distanza di tre mesi, sono state ricordate così le 29 vittime della tragedia dell’hotel Rigopiano di Farindola, travolto e distrutto da una valanga lo scorso 18 gennaio. Un flash mob, organizzato a Pescara dal Comitato Vittime Rigopiano “per non dimenticare e per chiedere giustizia”.
Il corteo è partito da piazza della Repubblica ed ha percorso corso Umberto, fino ad arrivare a piazza Salotto. Circa 200 i partecipanti, tra cui tanti parenti di chi in quella tragedia ha perso la vita. In mano avevano le foto dei propri cari morti a causa della valanga.
Il corteo, silenzioso, ha sfilato per il centro di Pescara. Ad aprirlo i bambini di Farindola. Diversi gli striscioni: “Un muro di neve, il fuoco del nostro amore” e ancora “I nostri angeli meritano giustizia. Noi la chiediamo per loro”.
In piazza della Rinascita i familiari delle vittime, tenendosi per mano, hanno formato un grande cerchio. Alle 16.48, ora presunta della valanga, il suono della tromba, con il Silenzio, ha annunciato l’arrivo dei bambini che, come fece la valanga sul resort, sono corsi verso il cerchio. Poi i nomi delle 29 vittime sono stati scritti sulla pavimentazione di piazza Salotto e le 29 colombe sono state liberate in cielo. A fare da cornice alla manifestazione le note della canzone ‘Il cerchio della vita’ di Ivana Spagna.
Fra i partecipanti anche i sindaci di Pescara e di Farindola, Marco Alessandrini e Ilario Lacchetta, il vice sindaco e il presidente del Consiglio Comunale del capoluogo adriatico, Antonio Blasioli e Francesco Pagnanelli.
“Siamo qui per ricordare, ma anche per chiedere giustizia”. Così Gianluca Tanda, presidente del Comitato Vittime di Rigopiano e fratello di una delle vittime. “Attendiamo che l’inchiesta vada avanti – aggiunge – per arrivare ad una verità che noi abbiamo chiara in testa, perché la causa della tragedia non è stata la neve”.
“Le due parole che emergono in questa giornata – dice Lacchetta – sono dolore e giustizia e il nostro ricordo, ieri come oggi, va a quegli angeli che sono volati in cielo e ai parenti che oggi soffrono insieme a noi e a tutti gli abruzzesi per una tragedia che ha scosso tutta la regione. Oggi siamo qui a Pescara in questo giorno di dolore, aspettando di conoscere il perché tutto questo è accaduto”.
I familiari delle vittime hanno lamentato l’assenza delle istituzioni provinciali e regionali e hanno hanno annunciato un altro flash mob a Pescara per il prossimo 18 maggio. Silvia Angelozzi, sorella di Sara, morta a Rigoiano insieme al marito Claudio Baldini, dice: “Ci sentiamo dimenticati dalle istituzioni”. Presente anche il legale di Angelozzi, l’avvocato Wania Della Vigna: “Riteniamo – sottolinea – che bisogna rendere giustizia a queste persone e, soprattutto, far capire se ci sono delle responsabilità umane in questa vicenda”.
Anche uno dei superstiti della tragedia, Donato Parete, si è unito al cerchio umano per ricordare le persone travolte dalla valanga : “Sono qui – afferma – per stare vicino ai familiari delle vittime”.
“Rigopiano – dice il sindaco Alessandrini – ci ha trafitto i cuori. Non bisogna spegnere il faro dell’attenzione su questa vicenda”.