Truffa milionaria nel commercio di auto, perquisizioni e sequestri a L’Aquila e Pescara
L’AQUILA, 4 luglio – E’ un’operazione che si snoda tra L’Aquila, Pescara, Frosinone e Roma quella che in queste ore ha portato le Fiamme Gialle dell’Aquila ad operare sequestri per oltre 1 milione di euro, tra conti correnti, immobili ed auto riconducibili ad un sodalizio criminale operante nel settore dell’importazione e commercializzazione di auto usate provenienti dall’estero e composto da diversi titolari di concessionarie tra Abruzzo e Lazio. Sodalizio capeggiato, secondo gli investigatori, da L.V., aquilano di 49 anni, con la Procura che contesta agli indagati il reato di truffa.
Le indagini, coordinate dal pm Stefano Gallo, hanno portato in particolare a 32 perquisizioni presso le abitazioni, gli studi e le concessionarie degli indagati, con gli accertamenti svolti dalla Guardia di Finanza che avrebbero permesso di accertare come L.V. sfruttando le maglie larghe della normativa sulla nazionalizzazione di veicoli usati provenienti da altri paesi della Comunità Europea, avrebbe reperito in Germania attraverso una fitta rete di collaboratori autoveicoli usati che successivamente, con la complicità dei propri clienti, avrebbe immatricolato in Italia tramite una falsa autocertificazione presentata presso la Motorizzazione Civile da parte degli stessi acquirenti.
Acquirenti che avrebbero dichiarato di aver acquistato in prima persona, quali privati compratori, le autovetture interessate. In questo modo avrebbero evitato di pagare l’Iva sulle transazioni, che invece era dovuta, compiendo numerose truffe aggravate ai danni dello Stato e dell’Erario e con un duplice vantaggio, al contrario, sia per gli acquirenti, che in questo modo avrebbero pagato prezzi più vantaggiosi di quelli di mercato, sia per i venditori, che non comparendo per nulla nella transazione avrebbero il pagamento delle relative imposte.
Secondo quanto emerso nelle indagini inoltre, L.V. avrebbe lucrato ulteriormente sulle transazioni effettuate in quanto, usufruendo della normativa europea sugli acquisti intracomunitari, avrebbe comprato sul mercato tedesco al netto dell’Iva, facendo invece pagare il prezzo comprensivo della citata imposta ai propri clienti.