Tutela dell’orso: ecco cosa è stato fatto, ecco cosa c’è da fare
L’AQUILA, 17 dicembre – Associazioni in rete per la salvaguardia dell’orso bruno marsicano. E’ positivo il bilancio delle attività condotte con la supervisione di esperti naturalisti dei principali enti di ricerca, a iniziare dall’Università La Sapienza di Roma. Tutto è riassunto in un dossier che si pone anche come programma di base per le iniziative future.
Le associazioni “Salviamo l’Orso”, “Dalla parte dell’Orso” e WWF Abruzzo hanno presentato un report che fa il punto su tutte le azioni condotte dentro e fuori le aree naturali protette. Un’attività che non vuole certo sostituirsi a quanto devono fare le istituzioni, ma che è fondamentale per garantire la possibile coesistenza tra l’orso e l’uomo che da sempre convivono sulle montagne dell’Appennino e in particolare dell’Abruzzo dove sopravvivono solo cinquanta esemplari di Orso bruno marsicano.
Sono stati realizzati, in particolare, 252 recinti elettrificati e 7 cancelli in ferro distribuiti e installati per la prevenzione dei danni, sistemi di riduzione del rischio di impatto con autoveicoli: segnaletica stradale e catarifrangenti.
Inoltre sono stati promossi campi di volontariato per il recupero di piante selvatiche (565 piante recuperate tra meli, ciliegi, peri, ecc.) e per la sensibilizzazione, con il coinvolgimento di volontari provenienti da tutta Italia e di giovani di altri Paesi europei anche nell’ambito del Programma Erasmus e programmi di prevenzione e compensazione dei danni con distribuzione di 7.500 euro a quanti hanno subito danni da orsi ai propri animali da cortile.
Sono stati inoltre acquistati cassonetti per i rifiuti a prova di orso e avviate campagne sanitarie per la gestione di patologie e di vaccinazione e controllo per i cani da lavoro e da guardia.
Sono state inoltre avviate attività culturali e di sensibilizzazione delle popolazioni.
Ora le associazioni chiedono che al loro impegno ne corrisponda uno altrettanto concreto da parte delle istituzioni, in particolare della Regione Abruzzo.
Proprio la Regione, infatti è invitata a dare attuazione alla legge, approvata nel giugno scorso, che prevede fondi per il pagamento dei danni che gli orsi provocano con il loro passaggio.
Quindi è necessario dare immediata esecuzione alle misure previste dal Patom, il “Patto per la tutela dell’Orso marsicano”, strumento di concertazione e indirizzo nazionale voluto dal Ministero dell’Ambiente e di cui la Regione Abruzzo è parte fondamentale: a partire dalle misure sulla chiusura delle strade utilizzate dai bracconieri, sulla prevenzione e repressione dell’utilizzo di bocconi avvelenati e sulla sicurezza degli attraversamenti stradali.
Bisogna poi aprire un tavolo di confronto con gli Enti gestori delle aree naturali protette, gli Istituti scientifici e le Associazioni ambientaliste per verificare la compatibilità di una serie di interventi programmati sulle montagne abruzzesi (a partire dal Master Plan) e la tutela dell’orso e del suo habitat. E infine mettere da parte l’ennesima proposta di riperimetrazione del Parco regionale del Velino-Sirente e al contrario rilanciarlo con convinzione.
(foto di Filippo Carassai)