Valanga di Rigopiano: il tecnico della Provincia non risponde ai Pm
PESCARA, 13 dicembre – Dopo la Prefettura si apre, in Procura a Pescara, il capitolo Provincia, nella maxinchiesta su disastro dell’Hotel Rigopiano, nel gennaio scorso travolto da una valanga sotto cui hanno trovato la morte 29 persone.
Il primo a presentarsi davanti ai Pm Massimiliano Serpi e Andrea Papalia, questa mattina è stato Tino Chiappino, tecnico reperibile secondo il Piano di reperibilità provinciale, indagato per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose.
Chiappino, assistito dall’avvocato Paolo Cacciagrano, si è avvalso della facoltà di non rispondere.
In questa parte di inchiesta è indagato insieme con Antonio Di Marco, presidente della Provincia di Pescara, Paolo D’Incecco, dirigente del settore Viabilità e referente di Protezione civile della Provincia, Mauro Di Blasio, responsabile del settore Viabilità, e Giulio Honorati, comandante della Polizia provinciale di Pescara, in riferimento alle fasi dell’emergenza che hanno preceduto il ritrovamento dei corpi.
Secondo la Procura nessuno adottò, nei rispettivi ruoli, le procedure richieste dalla gravissima situazione di maltempo.
Ai cinque viene anche contestata la mancata attivazione della sala operativa di Protezione civile e la doverosa ricognizione dei mezzi spazzaneve con la chiusura al traffico del tratto di strada della Provinciale 8 che da Farindola risale fino a Rigopiano.
Nelle prossime ore, sempre nella giornata di oggi, sono previsti gli interrogatori di Di Blasio, Honorati e D’Incecco. Di Marco, invece, ha chiesto il differimento di una settimana per approfondire le carte.