Valanga di Rigopiano, la protesta in Procura dei parenti delle vittime
PESCARA, 18 ottobre – A nove mesi dalla tragedia di Rigopiano, i parenti delle ventinove persone rimaste uccise sotto la valanga che ha travolto il resort ancora attendono una risposta dalla giustizia. Domani pomeriggio i legali che li rappresentano saranno ricevuti dal procuratore capo della Repubblica di Pescara Massimiliano Serpi e dal sostituto procuratore Andrea Papalia per fare il punto della situazione sullo stato delle indagini.
Intanto davanti al palazzo della Procura manifesteranno i familiari riuniti nel “Comitato vittime di Rigopiano”, presieduto da Gianluca Tanda, per far sentire la voce di chi aspetta risposte sul procedimento penale in corso.
Nell’inchiesta con le accuse di omicidio e lesioni colpose e rimozione o omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro sono indagati il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta, il tecnico comunale Enrico Colangeli, il presidente della Provincia di Pescara Antonio Di Marco, Bruno Di Tommaso, gestore dell’albergo, amministratore e legale responsabile della società Gran Sasso Resort & Spa”, Paolo D’Incecco e Mauro Di Blasio, dirigente il primo e responsabile il secondo del servizio di viabilità della Provincia di Pescara.