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Venti di crisi, anche D’Alfonso adesso trema: “Sul mio futuro deciderà la mia comunità politica”

Venti di crisi, anche D’Alfonso adesso trema: “Sul mio futuro deciderà la mia comunità politica”

PESCARA, 29 maggio – Nel bel mezzo di una crisi politica nazionale senza precedenti, che presto potrebbe vedere l’Italia tornare alle urne, e mentre la Giunta regionale si avvicina alla scadenza naturale del suo mandato, torna a parlare Luciano D’Alfonso. Il governatore-senatore, alla luce di quanto sta accadendo, rischia di scoprirsi vittima della sua stessa spregiudicatezza: mantenere fino alla fine il doppio incarico, per scegliere la poltrona più sicura e comoda, con la certezza che in ogni caso una poltrona per lui ci sarebbe stata, potrebbe rivelarsi un errore fatale.  “Io non faccio parte solo di me stesso – ha detto oggi D’Alfonso, rispondendo ad una domanda sul suo futuro, a margine di una conferenza stampa a Pescara -. Sono parte di una comunità politica e deciderà la comunità politica”.

Il punto è che fino ad oggi, con la benedizione di un segretario regionale fantasma come Marco Rapino, in Abruzzo il Pd è stato solo e soltanto Luciano D’Alfonso. Non si è mossa foglia, nella più remota località della regione, senza che il governatore-senatore ci mettesse lo zampino. Alle ultime politiche, è stato D’Alfonso a decidere le candidature e il risultato è stato un Pd che a livello nazionale ha toccato i minimi storici e che in Abruzzo è andato perfino peggio, incassando 5 punti percentuali in meno rispetto alla media nazionale.

Ora, dopo l’ennesima forzatura sul doppio incarico, D’Alfonso rischia di essere più una zavorra che una risorsa per il futuro del Pd. In vista delle prossime elezioni politiche, qualcosa inevitabilmente si muoverà nel partito. Sarà indispensabile, per i dem, provare a lanciare segnali di discontinuità a Roma, ma anche nei territori. Ed è così che la testa di D’Alfonso potrebbe essere una delle prime a cadere. Ma anche qualora il governatore-senatore restasse a galla nel partito, con l’aria che tira e con il Pd a rischio estinzione, una sua elezione, tanto in parlamento quanto alla Regione, non sarebbe affatto scontata.

Le parole, per una volta sorprendentemente prudenti del governatore-senatore, lasciano emergere timori e paure:

“Se potessi decidere, vorrei mettermi a studiare, perché ho un bellissimo patrimonio librario che vorrei riprendere a studiare per capire quello che sta accadendo e perché sta accadendo tutto questo in questa parte d’Europa e in Italia. Per il resto mi sento una risorsa nelle mani della mia comunità politica. Farò quello che mi chiedono”.

Poi D’Alfonso ha aggiunto:

“Credo che mi stiamo risolvendo il problema da Roma, perché io sono stato in Senato quattro volte, e dalla stampa che ho letto di ieri e di oggi mi dicono che la legislatura sia finita. Non ho fatto neanche a tempo a comunicare le mie intenzioni. Spero che a Roma almeno la seduta di domani si possa tenere. Io sono pronto per oggi e per domani. Se resto presidente fino alla scadenza di mandato? Su questo voglio capire in ordine e con esattezza a quello che accade domani in Senato, perché quella di domani sarà una giornata importante in cui dovremo votare la ratifica di un provvedimento importante che riguarda l’Italia e anche Alitalia. Mi auguro per questo che ci sia una condotta responsabile di chi dovrà votare, anche se mi dicono che ci sarà conflitto. So anche che siamo in attesa di una comunicazione nazionale che ci dica quale sarà il giorno di scioglimento delle Camere, per cui tutto questo condiziona anche il mio cammino dal punto di vista istituzionale”.

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