Vertenze Olicar e Crab, quando il gestore pubblico arriva tardi e male
di Pierluigi Palladini
AVEZZANO, 7 dicembre – Vertenze Olicar ed ex Crab d Avezzano, ovvero quando il gestore pubblico arriva tardi e male e non segue nemmeno i consigli di chi ha capito tutto e prima.
Due casi, quello dell’azienda che aveva l’appalto per manutenzione e i servizi tecnici negli ospedali della Asl (Olicar), e quello dei lavoratori del centro di ricerca applicate alle biotecnologie (Crab), che devono porre una riflessione sui manager pubblici, manager politici, e su quanto questi ultimi tengano in conto la vita delle persone. Ovvero nulla.
Ma andiamo per ordine.
Nei giorni scorsi si è tenuto l’ultimo incontro relativo alla vicenda Olicar. Un’ azienda in concordato fallimentare, che da due anni non dà garanzie su nulla, ma che ha continuato ad operare, sarebbe meglio dire che i suoi lavoratori hanno continuato ad operare, per il funzionamento degli ospedali marsicani, aquilani e peligni.
Incontri su incontri che non hanno portato a nulla, nonostante il segretario della Fim-Cisl provinciale, Antonello Tangredi, non avesse già da tempo provveduto a segnalare alla Asl e ai suoi Direttori generali, la necessità di procedere col cambio di azienda pur salvaguardando i lavoratori.
Finalmente la vicenda è maturata e ora la Asl ha deciso. Saranno salvati i posti dei lavoratori ex Olicar e gennaio 2018 si procederà con un nuovo appalto. Sperando di trovare un’azienda seria e che a pagare non siano sempre i cittadini-utenti ed i cittadini-lavoratori.
E passiamo all’ex Crab (adesso Crau) di Avezzano, che si avvia al decesso. Presso la Provincia dell’Aquila, infatti, si sta conducendo una trattativa per decidere se mettere in mobilità i lavoratori, come vuole la direzione del Centro, oppure procedere prima ad un periodo di ammortizzatori sociali, come chiedono i sindacati.
E se qualche sbadato consigliere regionale marsicano di maggioranza esalta la mobilità, dimenticando di non essere negli States o a Tokyo, dove i ricercatori trovano lavoro una volta al minuto, ma in Italia, dove sono costretti ad emigrare, noi facciamo due riflessioni facili facili e di logica pura.
La prima, appunto, riguarda la realtà della ricerca in questo paese. Settore dove non si investe e dove se non fosse per i finanziamenti privati e raccolte… umanitarie non si riuscirebbe nemmeno a far progredire la cura del raffreddore. Quindi possibilità di impiego, zero.
Secondo punto: mA il Crab non doveva essere il fiore all’occhiello per la ripresa delle attività del Fucino con una filiera interna che guardava all’Europa con lo sviluppo di prodotti sempre migliori? Questa era almeno l’intenzione delle amministrazioni Spallone, Floris e Di Pangrazio, ma pare che ora le cose siano cambiate e che Regione e Comune di Avezzano abbiano trovato un’unità di intenti. Ovvero, la pietra tombale sul Crab, o Crau, di Avezzano.
Amen.