Violazione della privacy e diffamazione all’università d’Annunzio, assolto il dg Filippo Del Vecchio
CHIETI, 15 maggio 2017 – Assolto perché il fatto non costituisce reato, oggi pomeriggio nel tribunale di Chieti, il direttore generale dell’Università d’Annunzio di Chieti-Pescara, Filippo Del Vecchio, che era accusato di violazione della privacy e diffamazione.
Al centro della vicenda la diffusione, attraverso una e-mail inviata a tutto il personale dell’università, del documento denominato “Analisi utilizzo fondo accessorio 2001-2013”.
Il documento, inviato da Del Vecchio e pubblicato anche sul sito istituzionale della d’Annunzio, conteneva i nomi di oltre un centinaio di dipendenti e delle somme accessorie ricevute da ognuno di loro: secondo il direttore generale si trattava di benefici, elargiti sotto la precedente gestione amministrativa dell’ateneo, non previsti né da leggi né da contratti. Secondo l’accusa, la condotta di Del Vecchio avrebbe violato la privacy e offeso la reputazione dei dipendenti, 53 dei quali si sono costituiti parte civile.
Oggi Del Vecchio, in aula, ha ricostruito le diverse criticità riscontrate quando si insediò al vertice amministrativo dell’ateneo, nel 2012. Tra queste l’erogazione, nel decennio precedente, di 8 milioni di euro a titolo di trattamento accessorio al di fuori della costituzione di un qualsiasi fondo.
Del Vecchio inoltre ha evidenziato che un’ispezione condotta dal Mef, già nel 2003, rilevò l’assenza del Fondo di trattamento accessorio. ‘
“Trattamento che – ha detto il dg in aula – veniva pagato dall’ateneo sulla base di consuetudini, in violazione del testo unico sul pubblico impiego”.
Del Vecchio ha anche sottolineato che quando arrivò alla d’Annunzio, il sito sulla trasparenza non esisteva e che venne realizzato acquistando uno specifico software. Uno dei legali di parte civile ha annunciato ricorso in appello.