Zeman si gioca la panchina contro il Novara, ma le parole di ieri hanno il sapore dell’addio
PESCARA, 17 dicembre – Comunque vada, sarà lo spartiacque della stagione. Le parole di Zeman, alla vigilia della gara contro il Novara, certificano quanto era evidente fin dall’inizio: i giocatori che compongono la rosa del Pescara non hanno le caratteristiche necessarie per il gioco del boemo.
Zeman, nella conferenza pre-gara di ieri, ha rivelato di avere presentato le dimissioni il primo settembre scorso, quindi all’inizio del campionato, perchè il mercato estivo non era stato condotto in linea con le sue indicazioni. Sono rimasti giocatori non adatti al gioco del boemo e non sono arrivati i rinforzi richiesti. Il risultato è che il Pescara oggi annaspa e fa fatica a seguire il suo condottiero.
Si tratta di verità incontrovertibili, chiare a tutti già da tempo, ma che adesso risultano certificate dalle parole del tecnico, che contro il Novara si gioca la panchina.
Certamente – volgendo lo sguardo alla scorsa estate – la società ha le sue ragioni, perchè non è facile piazzare giocatori con contratti pesanti, dopo una retrocessione umiliante come quella della scorsa stagione, e allo stesso tempo non si possono “regalare” giocatori ad altre squadre. Senza effettuare operazioni in uscita, però, non è possibile compiere operazioni in entrata, anche alla luce di una rosa che, già così com’è, presenta diversi esuberi.
Al netto di tutto questo, tuttavia, ci si interroga sul ruolo svolto dai direttori, Luca Leone e Peppino Pavone, che hanno avuto molti mesi di tempo per programmare e intessere trattative, ma che evidentemente non sono riusciti a portare a casa il risultato.
E ci si interroga sul senso e sulla tempistica delle parole di Zeman, che hanno il sapore del commiato anticipato. Parole che, oltre ad inchiodare la società alle proprie responsabilità, rappresentano implicitamente una presa di distanze dai propri giocatori. E’ come se Zeman dicesse ai suoi ragazzi: “Non siete mai stati la mia squadra”.
Un messaggio del genere, lanciato da un tecnico esperto e navigato come Zeman, suona come la presa d’atto che i giocatori non sono più dalla propria parte. E’ il messaggio di chi si sente ormai solo ed è in attesa dell’atto finale, che in questo caso è l’esonero. Un esonero sicuramente immeritato, ma – in caso di sconfitta interna contro il Novara – probabilmente inevitabile.
Naturalmente, le dichiarazioni del boemo, possono lasciare spazio anche ad una lettura più ottimistica, quella di un messaggio “forte” del tecnico ai propri giocatori, nell’estremo tentativo di spronarli, toccando le corde dell’orgoglio, e di salvare così la propria panchina.
Solo il campo, oggi pomeriggio, sarà in grado di fornire risposte e verdetti.